Questa poesia di Dorothy Hunt mi riporta ai venti di guerra che investono l’Europa, a pensare alla pace e alla necessità che ne abbiamo. Durante i colloqui le persone spesso accennano a questo problema, ci pensano, propongono soluzioni, cercano di intuire il futuro che verrà. Chi di noi è immune dalla paura del futuro?
Pace è una parola che usiamo poco nelle nostre relazioni. Diciamo “abbiamo fatto pace” quando ci accade di mettere da parte l’astio, il conflitto, quando troviamo una mediazione; pace è una parola che ci sospinge a profondità maggiori di un compromesso, richiede uno spazio davvero pulito, radicalmente disponibile, in cui l’agio è profondo e radicato.
Questa poesia della Hunt ci propone di guardare dentro, non fuori, per fare pace. Dentro e adesso. Dentro, adesso, senza giudizio. Ancora di più: dentro, adesso, senza giudizio e permettendo il “sì”. Leggiamola:
Pensi che la pace richieda la fine della guerra?
O che le tigri mangino solo verdura?
La pace richiede l’assenza del tuo capo,
del tuo coniuge, di te stesso?
Pensi che la pace provenga da un luogo diverso da questo?
Da un tempo diverso dall’Adesso?
In un cuore diverso dal tuo?
La pace è questo momento senza giudizio.
È tutto qui. Questo momento nello spazio del cuore
dove tutto ciò che è, è benvenuto.
La pace è questo momento
senza pensare che debba essere diverso,
che dovresti sentirti in un altro modo,
che la tua vita dovrebbe svolgersi secondo i tuoi piani.
La pace è questo momento senza giudizio,
questo momento nello spazio del cuore
dove tutto ciò che è, è benvenuto.
Dorothy Hunt
Adesso, pratichiamo. Fermiamoci in questo momento. Chiudiamo gli occhi. Qualsiasi cosa accada, va bene. È qui ora. Pace.
3 Comments
splendide parole Gianluca!
Grazie Federica, trovo che sia molto importante riflettere su quello che sta accadendo in Ucraina e sulla pace.
Bellissimo, grazie! Tante volte ci sentiamo sopraffatti da ciò che accade……ma è profondamente vero, non c’è pace aldilà dell’Adesso, proprio nel nostro cuore.