Dopo il primo pilastro, il non giudizio, continuiamo ad approfondire le basi della nostra pratica di mindfulness con il secondo: la pazienza.
Con la pazienza intendiamo una forma di saggezza che comporta l’accettazione. Implica la comprensione e l’accettazione che le cose devono svolgersi secondo il proprio tempo. Quando usiamo la pazienza, perciò, ammettiamo che le cose non siano adesso nel modo in cui le desideriamo, e lasciamo andare i tentativi di affrettare i cambiamenti, oppure di bloccare il cambiamento spontaneo della vita. Un’immagine ispiratrice di questo atteggiamento è la farfalla che emerge dalla sua crisalide quando è il suo tempo. L’uomo non può variare tale calendario, non è necessario né utile farlo. Quando la natura avrà svolto il suo lavoro, da sé, la farfalla uscirà dal bozzolo.
Nella pratica della mindfulness questo pilastro ci ricorda quando, giudicando i tempi come sbagliati, diventiamo facilmente agitati o ansiosi, abbiamo affrettato le cose per arrivare ad un obiettivo. Ci ricorda anche che possiamo trattarci come noi tratteremmo la farfalla nel bozzolo. Non c’è bisogno di correre per arrivare a qualcosa che ci sforziamo di vedere migliore. Ogni momento della vita è “quel momento”, e se abitiamo questo momento totalmente possiamo viverlo con infinita pienezza. Con la pazienza non ci perdiamo nei pensieri sul passato o sul futuro.
Quando la nostra mente vaga esercita un grande dominio sulla nostra consapevolezza. In pratica seppellisce la nostra percezione del momento presente, trasportandoci in un mondo letteralmente creato dalla mente stessa. Secondo Kabat-Zinn, la pazienza “può aiutarci ad accettare questa tendenza della mente a vagabondare, ricordandoci che non dobbiamo per forza essere catturati nei suoi viaggi”. Applicando questo pilastro ricordiamo a noi stessi che non abbiamo bisogno di riempire il nostro tempo con attività, pensieri o giudizi, ci ricorda che possiamo fare il contrario. “Essere pazienti è semplicemente essere completamente aperti ad ogni momento, accettandolo nella sua pienezza, sapendo che, come la farfalla, tutto si svolge a suo tempo”.