Risvegliarsi adesso
Perché aspettare il tuo risveglio?
Non appena i tuoi occhi si aprono, cogli l’attimo.
Ti tratterresti quando l’Amato chiama?
Pronunceresti forse la litania dei tuoi peccati, proprio come un bimbo mostra la sua collezione di conchiglie, conquistate e catalogate?
“No, non posso varcare la soglia”, dici, occhi bassi.
“Non sono degno, temo, e le mie intenzioni non sono pure.”
Non sono perfetto, e sicuramente non ho praticato abbastanza.
La mia meditazione non è profonda, e le mie preghiere a volte non sono sincere.
Mi mangio ancora le unghie, e il mio frigo non è pulito.
“Dai più valore alle ragioni per cui resti piccolo, piuttosto che alla luce che entra dalla porta aperta?”
Perdonati.
Proprio adesso è il tempo di essere uno.
Adesso è il solo momento che esiste per vivere nella luce del tuo vero Sé.
La perfezione non è altro che il prerequisito del dolore.
Ti prego, oh, ti prego, non continuare a credere ai tuoi dubbi.
Questo è il giorno del tuo risveglio.
Questa poesia, che vivo come tenera e sollecita, parla del nostro risveglio alla realtà. Spesso, nel fondo della nostra mente e del cuore, conserviamo la percezione di essere in qualche modo sbagliati, erronei, da correggere, inadeguati, che fondamentalmente qualcosa sta andando nel verso sbagliato.
È davvero così? Siamo davvero sbagliati? Non si tratta di convincerci con le parole, ma di percepirci direttamente come puri, già pronti ad essere ciò che siamo veramente. Quando pratichiamo mindfulness, quando parliamo con un amico, quando pensiamo a noi stessi, potremmo percepirci sulla rotta dell’essere migliori, più belli, più intelligenti, più colti: aggiungi te il tuo più. Oppure, la poesia ci invita, possiamo scoprire che c’è un altro modo per essere in relazione con noi stessi: quello dell’essere uno con ciò che è.