“Avessimo abbastanza mondo e tempo,
non sarebbe un delitto, Signora, la vostra ritrosia.
Penseremmo seduti a quale strada prendere,
a come trascorrere il nostro lungo giorno d’amore.
Cent’anni se ne andrebbero a lodare
i vostri occhi e a contemplare il vostro volto.
Duecento per adorare uno dei vostri seni
e trentamila almeno per adorare insieme tutto il resto.
Un evo intero per ciascuna parte, e l’ultimo
alfine mostrerebbe il vostro cuore.”
Andre Marvell
All’interno delle nostre emozioni primarie troviamo anche l’interessante sistema del desiderio sessuale. Strano a dirsi. Molti di noi credono che la sessualità sia un impulso dettato dalla volontà della natura, qualcosa di imprescindibile quanto il mangiare o il bere. Altri invece relegano la sessualità negli scaffali della sociologia, quasi fosse qualcosa di etereo e trasmesso soltanto attraverso la cultura. A dispetto di questi, questo sistema ha invece una chiara impronta emotiva: infatti ci spinge ad agire secondo schemi che alla base sono molto specifici e ripetitivi. Quando siamo fortemente arrabbiati, urliamo, quando siamo fortemente impauriti, tremiamo, quando siamo fortemente eccitati il nostro corpo diventa disponibile all’atto sessuale.
Cerchiamo di far chiarezza portandoci agli aspetti primari, basilari e condivisi con gli altri mammiferi della nostra sessualità. La sessualità umana è incredibilmente complessa, ma possiamo semplificarla e scoprire i nuclei del nostro desiderio sessuale.
La nostra sessualità, prima di tutto, ha la funzione biologica di perpetuare la nostra specie; se non ci fosse questo aspetto nessun interesse si sarebbe evoluto nel nostro corpo verso questa attività: ciò avviene ovviamente qualunque sia il nostro orientamento sessuale, anche se non abbiamo l’obiettivo o la possibilità di riprodurci.
Nel suo aspetto più essenziale, il sistema del desiderio sessuale promuove i comportamenti di avvicinamento, corteggiamento, accoppiamento, copulazione ed orgasmo. È anche in grado di generare i forti sentimenti di erotismo, dal velato accenno fino ai suoi estremi, e del piacere intenso dell’orgasmo.
Come tutti possiamo vedere, questi comportamenti e sentimenti sono abbastanza diversi nei due sessi. Infatti i nostri cervelli hanno una tendenza ad essere sessualizzati in modo maschile oppure femminile, anche (ma non solo!) in corrispondenza del nostro sesso genetico (cromosoma XY per i maschi e XX per le femmine). Uomini e donne tendono quindi ad avere un cervello sessuale diverso. Una delle scoperte fondamentali è che questa differenza nasce già nel feto, ma procediamo con ordine.
I maschi hanno il loro centro degli impulsi sessuali negli INAH, i nuclei interstiziali dell’ipotalamo anteriore, ed il loro testosterone gioca un ruolo forte nello stimolare il desiderio sessuale e stimola la liberazione di altre due sostanze: la vasopressina e l’ossido nitrico. La prima promuove l’ardore sessuale, il corteggiamento, l’aggressività tra maschi e la competizione, mentre la seconda stimola la foga sessuale. Ma le differenze non terminano qui.
Il testosterone maschile ha anche un ruolo nella dominanza sociale, che quindi risulta intrecciata alla sessualità. Fra i nostri simili esiste una tendenza degli uomini a mostrare maggiore assertività, sicurezza in se stessi e aggressività competitiva, che forse non è soltanto una distorsione sociale. Sappiamo anche che il testosterone agisce sul sistema della collera, perciò è probabile che un forte aumento di testosterone insieme ad una forte pressione sociale all’inibizione dell’atto sessuale porti ad aumentare le aggressioni sessuali.
Le femmine hanno nel VMH, l’ipotalamo ventro-mediale, il centro sessuale più importante. Gli estrogeni e il progesterone sono importanti, ma anche il testosterone surrenale (femminile) aumenta la ricettività femminile all’atto sessuale. I primi due, insieme all’ossitocina, promuovono una tendenza emotiva ricettiva, fiduciosa, e la complessa orchestrazione di questi elementi fa sì che gli animali attivino il riflesso di lordosi, esponendo i propri genitali femminili. Le osservazioni dirette e cliniche di molti terapeuti mostrano che l’energia sessuale può essere potentemente attivata tramite l’utilizzo del respiro e il movimento della parte finale della colonna vertebrale, generando eccitamento in modo intenso, proprio come accade nelle femmine delle altre specie.
Ma come è possibile che questo spieghi tutto il comportamento sessuale? Certamente queste zone e sostanze cerebrali fanno parte del sentimento erotico e della spinta sessuale, ma questo sistema si collega al sistema della ricerca per promuovere la ricerca di partner, oltre a coinvolgere processi emotivi e cognitivi più complessi, come quelli utili ad una conversazione stuzzicante.
Dicevamo che l’evoluzione ci ha dotato di cervelli sessualizzati. Noi esseri umani tendiamo ad avere un cervello maschile oppure femminile, anche se questo non combacia con il sesso del corpo. Perciò un cervello maschile promuoverà comportamenti sessuali, sentimenti, pensieri di stampo maschile, anche se il corpo è quello di una donna.
Vi piacerebbe sapere che tipo di cervello avete? Alcuni ricercatori hanno scoperto che un cervello maschile porta ad avere un maggior rapporto fra la lunghezza dell’indice e quella dell’anulare. In poche parole maggiore è la loro disparità in lunghezza, più maschile sarà la MenteCervello di quella persona (i dati sono ancora incerti, ma può essere un gioco divertente da fare).
Sappiamo per esempio che le donne hanno maggiore ossitocina, che spinge nella mente il messaggio “prenditi cura e sii amichevole”. Gli uomini, dall’altro, sono spinti dalla vasopressina verso un atteggiamento “aggredisci e competi”. Differenze affettive di base, molto minori sul piano cognitivo. Ma non è finita qui: i maschi hanno i sistemi emotivi del gioco e della collera più attivi, mentre le donne quelli della cura, del panico/sofferenza e della paura.
Molto spesso ci è stato detto che l’ossitocina è l’ormone dell’amore. Sbagliato. L’ossitocina sembra essere piuttosto l’ormone della fiducia. Infatti promuove relazioni positive, i comportamenti di cura verso i piccoli, facilita la disponibilità sessuale nelle donne, ma facilita anche il travaglio, ci appaga dopo un orgasmo e seda il dolore. In altre parole, sembra dirci di poterci rilassare e star bene con gli altri, diminuendo l’ansia e lo stress durante le interazioni sociali, facilitando l’emersione di ricordi positivi.
Ma quando si forma un cervello maschile o femminile? La ricerca ha dimostrato che già nell’utero il feto sviluppa un cervello sessualizzato. Tuttavia, lo sviluppo del corpo e del CervelloMente è in parte distinto, perciò sono possibili intrecci fra il sesso biologico e il comportamento sessuale.
Nella Repubblica Domenicana sono abituati a queste commistioni. I guevedoces sono bambine che durante la pubertà, si trasformano letteralmente in ragazzi, con tanto di genitali maschili. Quando nascono, tutto fa sembrare che siano delle femmine, ma all’aumento del testosterone che i loro geni maschili promuovono, ecco che i testicoli prima nascosti scendono e l’abbozzo di clitoride si trasforma in un pene più o meno completo. La voce diventa maschile e si sviluppano i peli e le altre caratteristiche fisiche maschili. Anche se sono state educate come femmine, la biologia erompe promuovendo desideri e comportamenti da “macho”. Questa strana combinazione è dovuto ad un enzima difettoso in alcune popolazioni, che rende il corpo del maschietto molto simile a quello di una femmina alla nascita.
Questa situazione ci suggerisce che l’identità sessuale innata non può essere modificata dalla cultura e dell’educazione. Come nel caso di Johnny.
J. subì un intervento chirurgico appena nato, il cui esito negativo portò i medici a decidere di trasformare i suoi genitali in quelli femminili. Ai genitori fu chiesto di crescerlo come una bambina, Joan. Crescendo, Joan (che non sapeva niente dell’operazione) dichiarò di sentirsi un maschio e quando ne ebbe l’età effettuò di nuovo la transizione, “tornando” ad essere Johnny. Un caso di transessualismo all’inverso, che ci illustra quanto la nostra mente sia predisposta fin dalla nascita a farci percepire come maschi o come femmine.