“La meditazione è semplicemente il sentirsi deliziati dalla propria presenza; la meditazione è delizia di esistere. È molto semplice – uno stato di coscienza totalmente rilassato, in cui non fai niente. Nel momento in cui inizi a fare diventi teso, immediatamente arriva l’ansia. Come fare? Cosa fare? Come riuscirci? Come non sbagliare? Ti sei già spostato nel futuro.
La meditazione è esistere, semplicemente, senza fare niente – niente azioni, niente pensieri, niente emozioni. Semplicemente sei ed è una pura delizia. E da dove arriva questa delizia, se non stai facendo niente? Non viene da nessun luogo, oppure viene da ogni luogo. È senza causa, poiché la sostanza di cui è fatta l’intera esistenza si chiama “gioia”. Non ha bisogno di cause, ne’ di ragioni. Se sei infelice, hai un motivo per esserlo; se sei felice, sei solo felice – non c’è nessun motivo per esserlo. La tua mente cerca di trovare una ragione, perché non può credere alle cose senza causa, non ha alcun controllo su di esse – con ciò che non ha causa la mente diventa impotente. Quindi continua a trovare ragioni.
Ma vorrei proprio dirti che ogni qualvolta sei felice, lo sei senza alcuna ragione. Ogni qualvolta sei infelice, hai delle ragioni per esserlo – perché ciò di cui sei fatto è la felicità. È la tua vera essenza, è il tuo nucleo più profondo. La gioia è il tuo nucleo più profondo. Guarda gli alberi, guarda gli uccelli, guarda le nuvole, guarda le stelle e, se hai occhi per vedere, ti accorgerai che l’intera esistenza è colma di gioia. Ogni cosa è semplicemente felice. Gli alberi sono felici senza motivo; non diventeranno primi ministri o presidenti, non diventeranno ricchi, e non avranno mai un conto in banca. Guarda i fiori – senza motivo. È semplicemente incredibile quanto siano felici i fiori. La sostanza di cui è fatta l’intera esistenza si chiama ‘gioia’.”
Osho – Che cos’è la meditazione. Sperimentare per comprendere, Mondadori, 2015.
In questa citazione Osho punta ad un elemento fondamentale della pratica di meditazione, il non sforzo. Se vi ricordate, ne abbiamo già parlato quando abbiamo affrontato i pilastri della mindfulness. Ma porta anche l’elemento del non sforzo alla sua massima altezza, invitandoci a semplicemente essere.
Quando la pratica ci ha condotti ad avere sufficiente energia per portare l’attenzione al momento presente ed indagare cosa sta avvenendo, superando i primi impedimenti della meditazione, ecco che se lasciamo l’attenzione a riposo diventa evidente lo spazio della coscienza, lo spazio dell’essere.
Lasciare l’attenzione a riposo significa proprio permettersi di essere consapevoli in modo totalmente rilassato, senza cercare alcunché. L’essere, la coscienza, non può essere trovato da qualche parte, perché è proprio dove siamo, è da dove guardiamo.
Quando l’attenzione continua a sostare sulla coscienza, diviene chiaro come è esistere, qual è il suo sapore, il suo profumo, la sua corporeità. Questa attenzione deve essere portata attimo per attimo, nel momento presente, e non divenire un punto di fissazione in cui farsi assorbire.
Una qualità che iniziamo a scoprire, riposando in se stessi in questo modo, è che non c’è sofferenza in questo spazio, anzi la coscienza libera si esprime naturalmente con degli affetti positivi, simili alla gioia, alla felicità. Ecco che comprendiamo cosa significa “la meditazione è delizia“.
Gradualmente può sorgere la comprensione di come la mente crea l’infelicità da se stessa, e di come può liberarsene. Il viaggio non finisce certamente qui, ma possiamo sostare in queste esperienze iniziando a riconoscere la natura dell’essere.