“Nella mia vita ho scoperto che la vita accompagna la morte, sempre. Potrebbe sembrare banale, ma non lo è affatto. Quando guardo le piante in casa, osservo anche le foglie secche, gialle, a terra. Quando guardo un porceddu sulla brace, vedo il maialino da vivo. È macabro? Eppure è la nostra vita. Ci vuole uno stomaco forte, forse, per vederlo, ma è reale.
Nella mia vita ho scoperto che la morte accompagna la vita, sempre. Non comprendo la scelta di chi decide di non uccidere animali ma di uccidere i vegetali. Nemmeno una lattuga vorrebbe morire, non protesta, non si allarma, però vorrebbe vivere, altrimenti perché si erge verso il sole? Tutto il nostro cibo è fatto di vita che è stata portata alla morte. E tuttavia quel cibo ci nutre e ci porta energia positiva, vitale.
Nella mia vita ho scoperto che attaccarsi alla vita significa soffrire e che cercare di non soffrire o di non far soffrire gli altri ci porta a star male. Cercare di non far soffrire un maialino non uccidendolo prepara la strada al dolore, perché prima o poi morirà. Cercare di non star male dentro di noi prepara la strada alla sofferenza, perché il dolore e le emozioni spiacevoli non se ne andranno mai del tutto, fanno parte della nostra natura. Attaccarsi alla vita come se non ci fosse già la morte è poco saggio, perché ogni momento una piccola parte di noi si rivolge a morire, naturalmente, senza spasimo, conflitto o disperazione. Avviene da sé, senza che ci chieda il permesso.
Guarda il tuo respiro, quando l’aria entra ti nutre, ma se non esce non potrà portar via i gas tossici.
Guarda la tua pelle, la vedrai giovane, luminosa, e insieme ad essa cellule che stanno cadendo, imperfezioni, rughe.
Ho appreso che c’è una possibilità per uscire da questo conflitto, ed è amare ciò che c’è, aprirsi totalmente e dire “sì”. Dire sì alla vita e dire sì anche alla morte. Non mi conviene attaccarmi al giorno luminoso preparando la strada al dolore della notte. Amare così completamente che niente, assolutamente niente mi sarà estraneo. E anche oggi ringrazio di essere vivo e di poter comprendere meglio.”